giovedì 15 aprile 2010

Taris

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Taris è una palude post-apocalittica, abbandonata ma non dimenticata dalla galassia superiore per tre secoli. Fino a poco tempo fa, solo le rovine ricoperte di vegetazione portavano la testimonianza della fiorente civiltà che un tempo dominava la superficie - una civiltà annientata dal Lord Sith Darth Malak mentre cercava di eliminare il Cavaliere Jedi Bastila Shan.

Come simbolo di speranza e di riscatto di fronte alle atrocità Sith, la Repubblica ha iniziato un inverosimile sforzo per ricolonizzare Taris, stabilendovi uno spazioporto, una base militare e l’inizio di insediamenti tra le rovine. I superstiti della grande città-mondo di un tempo hanno dimostrato di essere molto più disonesti di quanto chiunque si potesse mai aspettare, però, e molti credono che lo sforzo per reclamare Taris sia destinato a finire in un disastro. Una cosa è certa – ripulire ciò che i Sith distrussero non è neanche lontanamente pericoloso come affrontare quello che non hanno distrutto.

Nelle oscure paludose rovine giace l’eredità di una piaga vecchia di secoli, un tempo confinata nei demoliti sotterranei di Taris. Bande di terrificanti rakghouls – esseri abominevoli creati dall’alchimia Sith – devastano la superficie del pianeta. Ogni attacco brutale porta con sé la possibilità di trasformare la vittima in una mostruosità malata. Ci sono testimonianze diffuse che alcuni di questi rakghouls stanno sviluppando bizzarri, strani poteri.

Determinati a superare le sfide, i leader della Repubblica e Jedi si stanno spostando con gli sforzi volti alla colonizzazione. Ricostruire ciò che i Sith distrussero 300 anni fa sarebbe una vittoria simbolica monumentale, che mostrerebbe alla galassia che i Sith non devono essere temuti. Ma l’Impero non ha intenzione di permettere un successo così significativo.

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